martedì 3 gennaio 2012

3 Gennaio 2012

Ostinarsi, per sole ragioni di mercato - non ve ne sono altre di razionalmente, cioè tecnicamente, comprensibili ed accettabili - a pensare la pellicola come medium privilegiato per produrre fotografia d'arte, altro non è che un espediente assai raffinato di speculatori dalle uova d'oro: archivi, agenzie fotografiche, musei e gallerie commerciali. Ammesso e non concesso, la fotografia possa considerarsi forma autonoma d'Arte. E' del tutto evidente che la posta in gioco (gli affari) è assai alta e che gli attori in campo - quelli che contano - non sono certo i fotografi.
Per contro, sul versante opposto il rischio è quello, oramai fattosi realtà, di legittimare senza alcun onere di prova, chiunque ne abbia l'aspirazione, a dichiararsi artista. Ruolo e qualifica oramai indefiniti e svuotati di contenuto - studio, impegno, dedizione, fatica e sacrificio -, qualità universalmente riconosciute non così comuni in era pre-tecnologica.

Nessun commento:

Posta un commento