martedì 10 gennaio 2012

Analogico VS digitale.

Con buona pace dei luddisti della prima e dell'ultima ora, valersi della tecnologia digitale per riprodurre e rappresentare la realta' - si chiami come si vuole quest'operazione meccanica - sempre di fotografia si tratta. Una specie oggi cosi' diffusa che sarebbe davvero culturalmente miope considerare riprovevole maniera per il solo fatto di non rispondere ai canoni del tradizionale processo analogico. La modalita' poietica dell'atto fotografico digitale e' altro, sul  piano antropologico dello sguardo, da quello agito con la pellicola in corpo macchina. Se le possibili conseguenze manipolatorie che esso consente possono scandalizzare menti irriducibili, cio' non significa che debba sempre e necessariamente mentire. L'introduzione del sensore elettronico, che traduce la luce in sequenze numeriche anzichè nell'immagine latente della pellicola, impone nuove modalità di uso e consumo dell'immagine fotografica al punto che, nel giro di pochi anni, un intero Sistema - si pensi solo al collasso di illustri marchi, come Polaroid e Kodak - ha dovuto rimettersi in gioco acquisendo le competenze tecniche richieste dalle nuove tecnologie digitali. Se ci si guarda attorno, tutti i settori toccati dalla riproduzione meccanica hanno subito una trasformazione così radicale rispetto agli assetti di pochi anni orsono, da fare apparire drammaticamente vetuste nobili ed ancora scintillanti apparecchiature, eppure in perfetta efficienza funzionale. Nell'era del Web di massa e del self-publishing, termini come telescrivente e fuorisacco, per quanta struggente nostalgia possano evocare nei più anziani operatori dell'informazione, sono vuoti di senso, perchè privati di ogni legame referenziale col presente. Pellicola e chimica, sensore ed elettronica, due versanti dello stesso fare, disuguali per carattere ed ancora costretti a convivere, ma in una opposizione che oltrepassa la dimensione dell'economia, per lambire i territori della filosofia (continua).

lunedì 9 gennaio 2012

9 Gennaio 2012.

Radio3, intorno alle 16, intervista a Ferdinando Scianna, fotografo e scrittore. Senza aver letto il suo ultimo libro, edito da Bruno Mondadori, ascolto parole che danno conferma a quanto affermato nei precedenti post. Come Nadar, il primo fotografo Magnum di nazionalità italiana dice che la fotografia è racconto e nulla ha a che spartire con l'Arte, sebbene in alcuni casi lo sia diventata, non per merito nè per volontà sue.


domenica 8 gennaio 2012

8 Gennaio 2012

Se all'universalizzazione del linguaggio fotografico, indotto  e favorito, peraltro, dalla fruizione massiccia del mezzo televisivo, aggiungiamo la possibilità di veicolarne le articolazioni - dalle più complesse a quelle più elementari - ecco che il quadro che ne scaturisce ci rappresenta un mondo di relazioni del tutto inedito rispetto al passato. E sta proprio nella sua qualità di interconnessione istantanea la specificità di quella che viene definita rivoluzione digitale e non tanto, come vorrebbero tanti neo-luddisti, nella facilità di manipolazione della sostanza rappresentata. 

sabato 7 gennaio 2012

7 Gennaio 2012

Protesi specializzata dell'occhio, la macchina fotografica e tutto il suo contorno di accessori non sono più funzionalmente separabili, come poteva accadere solo pochi anni fa, quando possederla o meno faceva la differenza, così come era nettamente distinto l'universo di chi ne praticava l'atto e chi era invece ne era  oggetto. Chiunque ed un qualunque momento dispone oggi di un mezzo rapido, preciso e flessibile di registrazione del mondo, anche in sequenza animata. 

venerdì 6 gennaio 2012

6 Gennaio 2012

Non cambia il rapporto tra macchina e soggetto - i valori geometrici tra le cose riprodotte sono visualizzati sempre entro la cornice dell'inquadratura rettangolare del mirino ottico  - ma le modalità attraverso le quali prende forma il significato di quella relazione. L'atto fotografico, da esercizio di specifiche competenze tecniche - non sempre esclusivo appannaggio di fotografi professionisti, ma pure della ristretta categoria dei cosiddetti fotoamatori evoluti - ora appartiene a chiunque disponga di un comune smartphone o cellulare con fotocamera digitale incorporata. Chi non coglie il portato rivoluzionario di questo passaggio d'epoca, giunto oggi a maturazione ovunque sia stata attivata un'infrastruttura di telecomunicazione? Serve proprio invocare il bel tempo andato della posa lenta o della telescrivente? Si può convenire che il recupero di archivi perduti o la scoperta di immagini nascoste alla storia sia utile, se non indispensabile, a ricostruire le vicende identitarie di un popolo, di una regione o di una città. Troppo spesso, però, nel compiere quest'opera, piano storiografico, piano estetico e piano economico sono stati deliberatamente fusi, con il solo scopo di trarne profitto nel commercio.  

giovedì 5 gennaio 2012

5 Gennaio 2012

Non considerare paradigmatico il mutamento avvenuto, per ragioni squisitamente tecnologiche, nel Sistema della fotografia, ha un doppio significato: 1. si e' privi del piu' elementare strumento ermeneutico: il buon senso; 2. si ritiene la propria, una postazione intellettuale talmente aristocratica, al punto di guardare con supponenza e disprezzo chi della fotografia fa un uso prevalentemente ludico. Quest'ultima e' tipica di certo snobismo fotoamatoriale, fortunatamente non cosi' diffuso, ma esiste e quando si manifesta mostra tutto il proprio schematismo ideologico di stampo integralista. Quello che, detto altrimenti, non sa vedere che il proprio sè.

mercoledì 4 gennaio 2012

4 Gennaio 2012

Non è più l'organo umano della visione a meravigliarsi di ciò che percepisce, ma l'impressionante numero di protesi ottiche disposte a farlo per lui, dovunque, in ogni istante ed in qualsiasi condizione di luce. In molti casi, addirittura gli si sostituisce live, per restituire in differita il risultato di un incarico: si pensi alle fotocamere inviate nello spazio, che non è certo l'unico esempio possibile. 

martedì 3 gennaio 2012

3 Gennaio 2012

Ostinarsi, per sole ragioni di mercato - non ve ne sono altre di razionalmente, cioè tecnicamente, comprensibili ed accettabili - a pensare la pellicola come medium privilegiato per produrre fotografia d'arte, altro non è che un espediente assai raffinato di speculatori dalle uova d'oro: archivi, agenzie fotografiche, musei e gallerie commerciali. Ammesso e non concesso, la fotografia possa considerarsi forma autonoma d'Arte. E' del tutto evidente che la posta in gioco (gli affari) è assai alta e che gli attori in campo - quelli che contano - non sono certo i fotografi.
Per contro, sul versante opposto il rischio è quello, oramai fattosi realtà, di legittimare senza alcun onere di prova, chiunque ne abbia l'aspirazione, a dichiararsi artista. Ruolo e qualifica oramai indefiniti e svuotati di contenuto - studio, impegno, dedizione, fatica e sacrificio -, qualità universalmente riconosciute non così comuni in era pre-tecnologica.

lunedì 2 gennaio 2012

2 Gennaio 2012

Difficile dare conto, oggi, di Programmi ed Utility disponibili, a diverso titolo, per l'elaborazione dell'immagine digitale. Fatto sta che dal camice bianco dei laboratori chimici, si è passati a quello, certamente più lindo, delle scrivanie, reali e simulate.

domenica 1 gennaio 2012

1 Gennaio 2012

Già in origine, cioè all'interno delle funzioni software della stessa fotocamera, possono essere scelte ed ottenute - in output - le correzioni od i filtraggi di base desiderati. Le funzioni avanzate di questa specie, sono affidate ai più complessi algoritmi di programmi della stirpe di Photoshop.