venerdì 30 dicembre 2011

29 Dicembre 2011

Persi definitivamente gli alogenuri d'argento, ora la fotografia si ciba esclusivamente di bit e la visione, prima della stampa, è affidata a qualche tipo di schermo: visore della fotocamera, PC o televisione o video. Finchè non prende consistenza materiale, l'immagine è - e resta - deposito di numeri, 0 e 1. Il passaggio dalla modalità analogica a quella digitale avvenne per gradi, cioè secondo i tempi richiesti dall'aggiornamento, non solo degli strumenti e delle tecniche, ma pure del sostegno culturale a tale trasformazione epocale. La fase di transizione, fermo restando che le tecniche di ripresa sono rimaste le medesime, ha portato ad una vera e propria rivoluzione nel sistema produttivo e distributivo all'interno della filiera dell'immagine meccanica. Chi più ne ha sofferto è stata la bottega del fotografo di quartiere, che in poco tempo ha visto ridursi il suo tradizionale ruolo di "mediatore di immagini" per trasformarsi, secondo  modelli ancora in progress, in venditore di gadgets da cerimonia.

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